Partire dalle persone per costruire nuove modalità organizzative
A seguito della pandemia COVID-19, si stima che circa 2,7 miliardi di persone, ovvero più di quattro lavoratori su cinque della forza lavoro globale, siano stati colpiti da misure di isolamento e di permanenza a casa. Ora che, lentamente, si sta ripartendo, la priorità numero uno dei leader è salvaguardare la salute e la sicurezza dei lavoratori. Ma questa non è l’unica priorità, bisogna anche concepire soluzioni organizzative che garantiscano continuità e sviluppo.
Il mercato chiede, anzi esige, che la produzione riparta, per garantire la continuità aziendale e con essa la conservazione dei posti di lavoro. Ma, riprendere i ritmi frenetici e, talvolta, disumanizzanti che caratterizzavano la fase ante COVID-19 non contribuirebbe all’ormai necessaria “allure sociale” che il cliente richiede. Si deve trovare il punto di equilibrio tra un attento ridisegno delle modalità lavorative e le immutate esigenze competitive e di mercato. Bisogna concepire un ambiente di lavoro che coniughi benessere ed efficienza.
Tutto ciò attiene alla riorganizzazione del lavoro, non solo con riferimento a tutti gli opportuni adeguamenti tecno-digitali, ma anche alla stessa filosofia di ingaggio dei dipendenti. È necessaria una sorta di complicità tra il management (o l’imprenditore) e i collaboratori. Il ridisegno delle dinamiche organizzative deve essere il risultato di una soluzione condivisa e accettata. Il mercato penalizzerà tutte le aziende che confermino una modalità manageriale insensibile alle necessità del personale.
Da dove partire?
Un leader parte sempre dalle persone. Bisogna alleviare le preoccupazioni fisiche, psicologiche e finanziarie del personale. Si devono garantire spazi di lavoro sicuri e consentire orari flessibili, per permettere ai collaboratori di continuare a prendersi cura dei propri figli e/o dei membri anziani della famiglia. I leader dovranno comunicare di più e più spesso con i dipendenti. Gli obiettivi di ripresa e di rilancio dell’azienda dovranno sempre essere condivisi. Dal punto di vista organizzativo, questo approccio può rappresentare una grande opportunità. Per esempio, è verosimile che alcuni dipendenti desiderino tornare a lavorare in sede, ma è altrettanto verosimile che altri vogliano continuare a lavorare in remoto o impegnarsi in un modello ibrido. Questa è una straordinaria opportunità per ridistribuire il lavoro e personalizzare al meglio gli incarichi, adeguandoli alle esigenze logistiche del personale. Gli stessi spazi fisici potranno essere ripensati e meglio sfruttati.
Una volta ricostruita la base di intesa con i collaboratori, si deve intraprendere il secondo passaggio, che è costituito da un loro maggiore coinvolgimento nella gestione dell’azienda. Come? Aumentando le occasioni d’incontro e confronto, attraverso l’istituzione di team di lavoro. La condivisione degli stati emotivi dettati dal COVID-19 consente ai leader di attivare, più facilmente, tutte quelle dinamiche empatiche che agevolano l’avvicinamento e la mutua comprensione. Nulla più di un lavoro di squadra esalta questa dinamica. Considerate le sfide che i lavoratori dovranno affrontare nella fase di recupero, si pensi, per esempio, al bilanciamento lavoro/vita familiare, essere parte di una squadra consente di vivere in presa diretta porzioni della vita aziendale, contribuendo a una fase dei processi decisionali. Tutto ciò alimenta la capacità di adempiere ai propri incarichi con una mentalità flessibile e consapevole delle problematicità reali che vive l’azienda.
Il “nuovo patto” tra management (o imprenditore) e collaboratori deve consentire di affrontare in piena serenità temi quali: la valutazione delle prestazioni, la dimensione dell’azienda, la composizione degli uffici o delle divisioni e i livelli retributivi. A proposito di quest’ultimi, i leader dovrebbero spiegare i piani di retribuzione e di promozione a breve termine, gestendo adeguatamente aspettative e timori. Spesso, si tratterà di spiegare argomenti ostici, quali le nuove disposizioni in materia di lavoro, i cambiamenti delle norme fiscali, le modalità d’accesso ai sussidi, ecc. Insomma, questa una grande opportunità per attivare concretamente le migliori e più efficaci tecniche di leadership.
Giuseppe Andò inizia la sua carriera come manager nell’industria editoriale. Dopo aver diretto la Divisione Professionale e Medica ed essere stato Marketing Supervisor per tutte le divisioni, diventa General Manager di McGraw-Hill. Nel 2000 fonda Studio Income Srl, azienda leader in Italia specializzata in “Executive Coaching, Strategy & Organization”. Dal 2005 al 2010 guida l’acquisizione e la fusione di Paravia – Bruno Mondadori in Pearson Italia. Nel 2010 fonda Fineo Srl, una nuova realtà focalizzata su CEO Advisory e Coaching. Nel settembre 2017 Giuseppe si è associa al Network di Marshall Goldsmith. Da gennaio 2018, Giuseppe è Board Member di EMCC Italia (European Mentoring & Coaching Council).