La comunicazione molte volte è processo davvero complesso, ma non è mai unilaterale. I significati possono cambiare a causa di semplici dettagli, e anche il modo in cui si ascolta comporta un cambiamento di come il messaggio viene recepito: è per questo motivo che si parla di ascolto attivo e passivo. In questo articolo ci concentreremo su tutte le qualità di questo specifico canale di comunicazione e dei motivi per cui, dovendo proprio scegliere se è meglio l’ascolto attivo o quello passivo, meglio considerare il primo!
Indice
Cosa vuol dire ascolto attivo e che differenza c’è con l’ascolto passivo
L’ascolto attivo è la capacità di cogliere ciò che l’interlocutore sta dicendo senza esplicitare alcun giudizio. Nasce come atto intenzionale, l’attenzione è posta solo ed esclusivamente su chi parla, sia a livello verbale che non verbale, per poter cogliere nel profondo quanto sta esprimendo.
Restare in silenzio e ascoltare attentamente senza giudicare sono le prime qualità da possedere se si vuole mettere in atto l’ascolto attivo.
L’ascolto attivo può essere un grande vantaggio sia nella vita di tutti i giorni, ma anche sul posto di lavoro. Infatti sono molte le aziende che, per migliorare i processi di comunicazione e le relazioni, mettono in atto percorsi di formazione che insegnino a praticare l’ascolto attivo. Nonostante la grande importanza delle tematiche di digital transformation, la comunicazione efficace rimane uno tra gli obiettivi principali all’interno delle organizzazioni.
L’ascolto attivo è migliore del passivo?
Una volta visto cosa si intende per ascolto attivo parliamo anche del cosidetto ascolto passivo, per capire in cosa si differenzia. Generalmente con ascolto passivo si intende un modo di recepire il messaggio dell’altro poco partecipe e con limitato impegno. Può avvenire per disinteresse rispetto a quello che l’interlocutore sta dicendo, o perchè siamo semplicemente impegnati in altro.
Dedicare attenzione a ciò che il nostro interlocutore sta dicendo può essere considerata la base per uno scambio di informazioni corretto. Bisogna saper ascoltare per comprendere a pieno il punto di vista di un’altra persona. Nell’ascolto passivo una persona rimane in silenzio e se questo può essere un fattore positivo e necessario per iniziare un ascolto attivo, chiaramente non deve essere prolungato.
L’ascolto passivo non aiuta ad avere un processo di comunicazione funzionale.
L’ascolto attivo si distingue da quello passivo quindi non solo per il suo “meccanismo” ma anche perché può migliorare le relazioni e permettere di entrare in empatia con le altre persone.
Come imparare le tecniche di ascolto attivo
Ci sono delle diverse tecniche che possono essere utilizzate per apprendere a padroneggiare l’ascolto attivo e che generalmente sono oggetto di interventi di coaching per executive o formazione aziendale:
- Rispondere alle emozioni: l’ascolto attivo è un attività intenzionale e quindi bisogna cogliere quelle che sono le emozioni dell’interlocutore e capire quali sono i messaggi nascosti dietro frasi, anche semplici. La maggior parte delle persone risponde solo alla parte verbale, mettendo da parte le emozioni che molto spesso accompagnano le parole.
- Incoraggiamento minimo: gli incoraggiamenti minimi possono sembrare banali, ma possono essere elementi di comunicazione che incitano l’interlocutore ad aprirsi e a sentirsi accolto.
- Ripetere le parole dell’interlocutore: infine, anche la ripetizione è molto utilizzata ed è alla base di alcuni approcci del counseling. Tutto ciò che bisogna fare è ripetere le ultime frasi dette dall’interlocutore, chiaramente bisogna essere molto seri nel discorso. Questa tecnica viene anche utilizzata per incoraggiare l’interlocutore a proseguire nel suo racconto.
Esempi di ascolto attivo
Di seguito saranno riportati degli esempi di ascolto attivo per avere un’idea chiara del modo in cui bisogna mettere in atto le strategie nel modo giusto.
Mantenere lo sguardo è molto efficace e inoltre mentre l’interlocutore parla potrebbe essere di aiuto accennare frasi come: ti ascolto, sto cercando di capire, dimmi, spiegami pure… al contempo accompagnare le parole facendo cenni con il capo e sorridere.
Durante l’ascolto attivo bisogna parafrasare ciò che l’interlocutore sta cercando di comunicare, ad esempio potrebbe essere di grande aiuto accennare frasi come: mi sembra di capire che… Quindi stai dicendo che dal tuo punto di vista…
Infine, si può riflettere sui sentimenti della persona che si ha di fronte utilizzando frasi brevi come: deve essere stato brutto… capisco come ti senti…
Questi esempi spiegano in breve quanto sia importante per l’interlocutore sentirsi capito e anche ascoltato.
Photo by Mimi Thian on Unsplash
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