Come Scrivere un CV Quando si è disoccupati

Quando si è disoccupati da diverso tempo trovare lavoro può sembrare impossibile. In realtà molti di noi hanno gap (cioè periodi in cui non si ha lavorato) più o meno ampi nel curriculum vitae e soprattutto la disoccupazione non implica una impossibilità di trovare lavoro in futuro.

Scrivere un buon CV è essenziale per avere successo nella ricerca di lavoro: il CV è la nostra chiave per entrare all’interno del processo di selezione. Nella scrittura del CV ci sono alcune tattiche di base che hanno valore sempre, indipendentemente dalla posizione lavorativa di chi cerca lavoro. È sempre utile ricordare queste strategie: sono alla base di una ricerca di lavoro ben impostata.

  • Personalizzare il curriculum per il lavoro a cui ti stai candidando: si tratta di modificare il CV inserendo le parole chiave evinte dall’inserzione. La maggioranza dei datori di lavoro (soprattutto medio-grandi e le agenzie) utilizza ormai dei programmi che fanno un pre-screening sui CV prima ancora che i recruiters li vedano, e scartano quelli in cui mancano le parole chiave.
  • Attenzione alla Lettera di Presentazione: è un ottimo modoper descriversi meglio, spiegando le motivazioni specifiche che ci portano a candidarci per quella posizione e in quell’azienda specifica. Consente di anticipare la famosa domanda “perché si è candidato a questa posizione?”, ed è in generale apprezzata dai recruiter.
  • Attenzione al formato: il classico formato Europeo del CV è a volte richiesto (alcuni dei già menzionati programmi lo preferiscono) ed è sempre una buona idea avere il proprio CV scritto anche in questa modalità. Altri format possono essere una buona idea, dipende molto dal settore e dalla vostra esperienza. In generale, un CV non potrebbe essere più di due pagine, massimo tre. Le esperienze meno recenti o quelle non in linea con il lavoro a cui ci si sta candidando possono essere descritte più brevemente. Alcune esperienze che hanno ben poco a che fare con quanto vi state candidando possono essere più a vostro sfavore: potrebbe essere utile eliminarle del tutto (se vi state candidando come CEO, l’esperienza giovanile come venditore di gelati non vi aiuta…).

Oltre a queste regole base, ci sono due regole importanti su come menzionare la disoccupazione nel CV, e come trasformarla da un un potenziale svantaggio (se non addirittura in un vantaggio) almeno in un elemento neutro del tuo curriculum vitae.

Menzionare la Disoccupazione nel CV

È una cattiva idea mentire nel Curriculum Vitae

Il CV è a tutti gli effetti un’autocertificazione, e chi lo scrive è responsabile del suo contenuto: mentire o esagerare nel CV da motivo all’azienda di licenziare il lavoratore con giusta causa. Se si è disoccupati, non si può scrivere che state lavorando.

Come scrivere che si è disoccupati è la parte importante. La sincerità è la carta migliore: definire in chiaro nel CV l’inizio della disoccupazione, la motivazione per cui si è disoccupati, e i motivi per cui si è deciso di tornare nel mondo del lavoro, se applicabili, come se fosse una esperienza lavorativa. È inutile cercare di nascondere la disoccupazione: la data di fine dell’ultimo rapporto lavorativo mette in chiaro che si è disoccupati. Metterlo nel CV dimostra onestà, una caratteristica molto apprezzata dai recruiters.

Esempi di CV con disoccupazione: cosa scrivere

Assumiamo che Laura Verdi sia stata disoccupata per tre anni perché, come molte, ha smesso di lavorare dopo la nascita di un bambino. In un CV formato europeo potrebbe essere descritto in questo modo, come inizio:

Da: Luglio 2019 a Presente

Ho smesso di lavorare per motivi familiari. Terminate le necessità di famiglia, ho deciso di tornare nel mondo del lavoro.

Non è necessario dare più informazioni a questo livello. Vale la pena ricordare che è illegale richiedere a una donna se desideri, o se abbia, figli. Non è illegale invece dare volontariamente informazioni se si voglia farlo. Si può utilizzare la stessa terminologia anche nel caso ci si assenti dal lavoro per occuparsi di un familiare, quale un genitore, malato e bisognoso di cure.

Se invece la motivazione è che l’azienda ha ridimensionato o, come purtroppo capita, è fallita, l’esempio potrebbe essere:

Da: Luglio 2019 a Presente

Dalla data di fallimento/ridimensionamento della ditta XY, ho iniziato la mia ricerca di lavoro.

Naturalmente, la ditta sarà stata menzionata in precedenza come esperienza lavorativa.

Una nota di attenzione: nel Curriculum Vitae e, poi, nei colloqui è sempre buona norma evitare di essere negativi nei confronti di precedenti esperienze lavorative e focalizzarsi sui lati positivi. Questo vale anche in caso di fallimenti o ridimensionamenti. Specificare cosa si ha imparato dal passato è sempre una buona idea, e darà dei punti sia verso chi legge il CV sia poi in fase di colloquio. Ecco un esempio:

Da: Luglio 2019 a Presente

Dalla data di fallimento/ridimensionamento della ditta XY, ho iniziato la mia ricerca di lavoro. Il fallimento della ditta XY è stata un’utile esperienza sull’importanza di una gestione precisa del cash-flow per evitare che difficoltà momentanee si trasformino in problemi insormontabili.

Una sezione come questa dimostra una personalità in grado di fare di un problema un’opportunità, e una risorsa che crede a continuare a imparare: esattamente quello che i recruiters desiderano.

Il licenziamento è un caso particolare. Per legge, non si è tenuti a indicare nel curriculum le ragioni che hanno portato alla perdita del lavoro, solo la data di fine rapporto. Seppur delicata, questa situazione può essere gestita con tatto e strategia nel tuo curriculum.

Cosa scrivere su Linkedin se si è disoccupati

Scrivere di essere disoccupati su LinkedIn può essere controproducente, se ci si limita a riportare l’informazione. È invece importante presentare la tua situazione in modo positivo, mettendo in luce le tue competenze e ambizioni. Ecco un esempio di come potresti descrivere la tua situazione nel sommario del tuo profilo:

“Attualmente alla ricerca di nuove opportunità nel settore [inserisci il tuo settore], mi trovo in una fase di transizione professionale. Durante questo periodo di disoccupazione, sto utilizzando il mio tempo per migliorare le mie competenze e conoscenze nel campo [inserisci il tuo campo], con l’obiettivo di contribuire in modo significativo alla mia prossima posizione. Sono una persona determinata, piena di entusiasmo e pronta a intraprendere nuovi sfide. Nonostante la mia posizione attuale come disoccupato, rimango focalizzato sul mio percorso professionale e sono aperto a collaborazioni, progetti e ruoli che mi permettano di esprimere e sviluppare ulteriormente le mie competenze.”

Ricorda di aggiornare la sezione “Esperienza” con qualsiasi attività rilevante che stai svolgendo durante il tuo periodo di disoccupazione, come volontariato, progetti freelance o corsi di formazione. Questo dimostra che stai mantenendo un atteggiamento proattivo e che stai continuando a sviluppare le tue abilità professionali anche durante la disoccupazione.

L’Importanza della Formazione

Uno dei più grandi dubbi dei recruiter riguardo le persone che hanno avuto dei gap nella loro esperienza lavorativa riguarda l’invecchiamento delle loro capacità. Questo vale ancora di più in alcuni settori, come l’IT o l’ambito medico, che si evolvono molto rapidamente e in cui capacità di tre anni fa potrebbero essere pressoché inutili.

Qui viene in aiuto la formazione, infatti la maggioranza delle professioni ha ormai delle certificazioni che aumentano anche di molto l’appetibilità di una risorsa nel mercato del lavoro. Riuscire a ottenere una di queste certificazione, a seconda del proprio settore, non solo dimostra che possediamo ancora le capacità che avevamo all’inizio del periodo di disoccupazione, ma anche che siamo delle persone dinamiche e disposte a trasformare un momento critico in un’opportunità.

Quali certificazioni prendere dipende dal proprio settore di partenza o, volendo, da quello in cui ci vogliamo inserire. Nulla vieta di prendere un periodo di disoccupazione come un’opportunità per entrare in un nuovo settore ad alta richiesta!

Per capire quali certificazioni sono più utili occorre studiare gli annunci di lavoro che sono il nostro target: cosa chiedono? Sono richieste certificazioni particolari, o altri aggiornamenti equivalenti, per esempio dei patentini o delle patenti? Le certificazioni che possediamo già sono scadute, o richiedono un aggiornamento?

Di contro le certificazioni non sono semplici: richiedono tempo ed energie, e di solito le migliori includono anche complessi esami finali. Possono o meno avere un costo: per determinate professioni su cui c’è molta richiesta ma pochi candidati può essere che un’azienda offra certificazioni gratuite con poi anche un’offerta di lavoro. Ci sono anche molte possibilità gratuite di corsi di formazione per disoccupati, che possono dare un aiuto a mantenere aggiornate le proprie competenze.

Aggiungere qualche voce di certificazione al proprio CV presa durante il periodo di disoccupazione aumenta molto l’appetibilità di una risorsa per i recruiter.

Vediamo qualche esempio:

Da: Luglio 2019 a Presente

Ho smesso di lavorare per motivi familiari. Terminate le necessità di famiglia, ho deciso di tornare nel mondo del lavoro. Durante questo periodo, ho preso le certificazioni di Scrum Master Level 1 e PMP, studiando per mantenere le mie capacità di Project Management sempre affinate.

Da: Luglio 2019 a Presente

Dalla data di fallimento/ridimensionamento della ditta XY, ho iniziato la mia ricerca di lavoro. Il fallimento della ditta XY è stata un’utile esperienza sull’importanza di una gestione precisa del cash-flow per evitare che difficoltà momentanee si trasformino in problemi insormontabili. Durante il periodo di disoccupazione ho preso il patentino per condurre carrelli elevatori e la patente C per autocarri.

Conclusioni

Trovare lavoro dopo la disoccupazione può essere difficile e di certo richiede di armarsi di pazienza e di corazzarsi contro rifiuti e silenzi. Spesso occorrono molti mesi per trovare lavoro, e mandare decine e decine di curriculum. La perseveranza è la chiave per uscire dalla disoccupazione, ma le tattiche e strategie menzionate possono aiutare a creare un curriculum vitae utile a ridurre anche di molto i tempi!

Lascia un commento